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Percorsi sulla Grande Guerra
Uscita all'Ossario Germanico
(inserito nel progetto "Noi e il nostro territorio)
L'Ossario di Pinzano è un mausoleo, rimasto incompiuto, che avrebbe dovuto custodire le spoglie di circa trentamila soldati tedeschi ed austriaci caduti nella prima guerra mondiale.
Il governo tedesco scelse come sito di costruzione il colle Pion, posto non lontano dal ponte di Pinzano, da dove si poteva godere una spettacolare vista sul Tagliamento.
Per questo motivo l'Ossario è stato scelto come luogo ideale dove ascoltare notizie sulla Grande Guerra riferite al nostro territorio. Durante l'uscita di giovedì 19 ottobre 2017, alla quale hanno partecipato gli alunni di classe quarta e quinta di Pinzano e terza, quarta e quinta di Ragogna, sono intervenuti il Sig. Giuliano Cescutti in qualità di esperto sulla guerra e la Protezione Civile per la nostra sicurezza sulla strada.
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Sui luoghi della Grande Guerra
Ieri mattina, noi alunni delle classi 4^ e 5^ ci siamo recati sul Col Pion per visitare l’Ossario di Pinzano.
Insieme a noi c’erano: il signor Sindaco, i volontari della Protezione Civile, la Polizia locale, i bambini e gli insegnanti delle classi quarte e quinte di Ragogna; a farci lezione c’era il signor Giuliano Cescutti.
Abbiamo raggiunto il luogo a piedi, percorrendo sentieri e scorciatoie e in pochi minuti siamo arrivati.
Subito abbiamo fatto merenda seduti su un muretto di pietra o sull’erba.
Dopo quindici minuti, il signor Giuliano ha cominciato la sua lezione di storia, ma prima ha mostrato un’immagine di una vecchia fotografia del ponte di Pinzano crollato.
Dal suo interessante intervento abbiamo imparato che:
prima dello scoppio della Guerra esistevano due alleanze, la TRIPLICE ALLEANZA (1882) GERMANIA-
tra gli Stati c’erano delle rivalità/contrasti, che porteranno allo scoppio del conflitto;
l’attentato di Sarajevo (28-
la Guerra cominciò il 28-
la Guerra fu una "GUERRA DI TRINCEA", cioè faticosa, lenta, logorante;
ci furono numerose battaglie, finché il fronte italiano fu sfondato a CAPORETTO nel 1917 e il nostro esercito indietreggiò fino al fiume PIAVE;
gli Italiani vinsero a VITTORIO VENETO, avanzarono e liberarono TRENTO e TRIESTE;
il 4 novembre 1918 la Guerra finì.
Alla fine della spiegazione abbiamo scoperto che il ponte di Pinzano era stato fatto esplodere alle ore 11.25 del 1° novembre 1917 dai soldati italiani per rallentare l’avanzata degli Austriaci e dei Tedeschi, dopo la "ROTTA DI CAPORETTO" (24 ottobre 1917).
Il dottor Cescutti ha letto per noi alcune lettere che i soldati al fronte scrivevano ai loro familiari.
Successivamente ci siamo spostati in un punto del colle, che consentiva di osservare comodamente il ponte sul Tagliamento e il Monte di Ragogna.
L’esperto ci ha spiegato che il 1° novembre del 1917 il fiume era in piena e quindi ha dato un aiuto agli Italiani che scappavano.
Qualche minuto più tardi, ci siamo avvicinati al Mausoleo germanico: visto da vicino è proprio grande e imponente! Alcuni di noi hanno pensato alle mura della città di Micene.
Purtroppo, mentre noi stavamo facendo la nostra visita, un bambino di Ragogna si è infortunato ed è stato trasportato al Pronto Soccorso. Noi ci siamo molto dispiaciuti.
Alle ore 12.45 siamo rientrati a scuola e abbiamo terminato il pranzo al sacco insieme ai compagni di Ragogna.
Alunni di 5^ -
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Uscita al Museo della Grande Guerra
Giovedì 26 ottobre 2017, a conclusione del percorso sulla Grande Guerra, le classi quarta e quinta si sono recate a Ragogna per visitare il Museo sulla Grande Guerra.
Il Museo si trova a San Giacomo di Ragogna (Udine), di proprietà dell'Amministrazione Comunale di Ragogna, è stato istituito nel 2007 ed è gestito dal Gruppo Storico Friuli Collinare -
Molto interessante è stato osservare i reperti esposti: bombe, fucili, baionette, elmetti, abiti, carte, libri, medaglie, ... ma a noi è piaciuto anche conoscere la storia del museo.
COM’È NATO IL MUSEO
Il museo è nato grazie ad un ragazzo di nome Marco Pascoli.
Quando Marco era un ragazzino, assieme alla sua famiglia andò in gita sul Carso, un territorio spinoso e molto roccioso con poche piante d’alto fusto. Verso mezzogiorno ebbero fame e cercarono un posto dove fermarsi e mangiare.
Sua madre vide una grotta e pensarono fosse il posto adatto.
Entrarono nella grotta e, dopo aver pranzato, Marco e suo padre proseguirono la perlustrazione vedendo che la caverna continuava. La madre aspettò fuori.
Alla fine dell’ispezione Marco uscì correndo dalla grotta, tutto felice, con un elmetto e uno scarpone pieni di ossa: nella grotta c’era un deposito d’armi della Grande Guerra.
Fu così che a Marco “partì” la passione per la “Grande Guerra”.
Da quel giorno il Carso fu il posto in cui la famiglia andava sempre in vacanza per trovare reperti.
A 12 anni Marco inizia a scrivere il suo primo libro sull’argomento, a 15 anni lo finisce e a 18 anni lo pubblica grazie a Gaspardi, un importante scrittore che aveva incontrato sul Carso.
Il ragazzo si appassionò sempre di più all'argomento fino a realizzare il Museo di Ragogna sulla “Grande Guerra” esponendo i reperti trovati.
Nel museo di Ragogna si trovano tutti i reperti che Marco nella sua vita ha trovato in giro per le zone dove si è combattuta la 1a Guerra Mondiale.
(D.Z.)
Visita al Museo della "Grande Guerra" di Ragogna
I nostri appunti
GRAFFITI
I soldati incidevano il proprio nome sulla pietra perché non sapevano se si sarebbero salvati.
I graffiti venivano incisi con la BAIONETTA, che è un coltello affilato agganciato alla punta del fucile.
Alcuni graffiti erano scritti in latino e difficili da decifrare, talvolta occupavano enormi spazi di roccia; altri erano semplici, ma espressivi.
Il 70% dei soldati non aveva avuto la possibilità di frequentare la scuola.
Il grido di battaglia degli Italiani era questo: "SEMPRE AVANTI SAVOIA!"; l’urlo degli avversari era: "HURR à !".
"Savoia" era il cognome del re d’Italia.
I soldati non potevano scrivere messaggi di PACE, perché rischiavano di essere fucilati.
Tutte le incisioni sono state ripassate con un pennarello nero indelebile per renderle più visibili e leggibili.
Plastico
Il plastico in rilievo ricalca l’aspetto del campo di battaglia del 31 ottobre 1917.
Il Monte di Ragogna si presentava quasi privo di vegetazione d’alto fusto; i prati erano estesi anche sulla cima.
Il fiume Tagliamento era in piena.
I paesi erano posizionati esattamente dove si trovavano nel 1917.
Il ponte di Pinzano era alto 36 metri e lungo 160 metri.
Le frecce rosse indicavano l’avanzata dei nemici.
Il Tagliamento circonda il Monte di Ragogna da tre lati diversi.
L’80% dei soldati italiani stava sul fronte FRIULANO, mentre solo il 20% su quello lombardo.
Il fronte era lungo 640 km, dal Passo dello Stelvio (Lombardia) a Duino (Trieste).
Per realizzare il plastico è servito molto tempo, circa un anno e mezzo.
In 2 anni e mezzo ci furono 11 battaglie tra i due eserciti avversari.
Durante la ritirata il ponte era affollato di persone che scappavano e per attraversarlo ci volevano alcune ore.
W LA pace
Alunni di classe 5^ -