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Scuola mosaico

SCUOLA PRIMARIA > Pinzano al T.

Visita alla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo

Mercoledì 26 aprile, noi bambini di quinta e di quarta siamo partiti da scuola alle ore 8.30 per raggiungere la fermata della corriera in piazza a Pinzano.
Mentre aspettavamo la corriera, è passata la maestra Simona e ci ha salutato. Dopo circa cinque minuti è giunto anche il fratello di Fatao.
Alle ore 8.45, quando è arrivata la corriera, tutti ci siamo stupiti perché era quella dell’ATAP: un autobus blu, spazioso, caldo, con i sedili morbidi.
Durante il viaggio, per non farci annoiare, il fratello di Fatao, Hassan, ci ha intrattenuto con racconti divertenti.
Trascorsi 20 minuti siamo arrivati a Spilimbergo, siamo scesi in Autostazione e ci siamo immediatamente incamminati, muniti di ombrello, alla volta della Scuola Mosaicisti del Friuli, con la guida delle nostre insegnanti Angioletta e Patrizia.


Quando siamo entrati nell’atrio della scuola, ci attendeva il signor Claudio Romanzin, quello che, l’anno scorso, si era spacciato per Giovanni Antonio De’ Sacchis detto il “Pordenone”.
Il signor Claudio ci ha detto che ci avrebbe fatto da guida e subito ci ha fatto percorrere un corridoio lunghissimo, impreziosito da fantastiche opere d’arte di mosaico e ci ha fatto posare gli zaini nell’altro atrio, che era la vecchia entrata dell’edificio. La scuola Mosaicisti fu fondata nel 1932, ma in precedenza c’era un’altra scuola costruita dieci anni prima nella zona dove oggi si trova Corte Europa. Questa scuola è unica al mondo e gli allievi, per frequentarla, provengono anche dall’estero.



Al termine della spiegazione introduttiva dell’esperto, abbiamo incominciato la nostra visita lungo i corridoi; i quadri sono tanti, alcuni con tesserine grandi, altri con tesserine più piccole; certi hanno le tesserine colorate e sistemate in modi particolari, per esempio in rilievo. Altri ancora sono stati creati esclusivamente con la fantasia dell’artista, mentre alcuni raffigurano Santi.


                                                               

Un’opera molto curiosa è quella che riproduce un cesto con delle verdure e, se viene girata, come per magia, compare una persona fatta con frutta e verdura! In quell’edificio anche i bagni sono decorati con il mosaico, sia quelli delle ragazze sia quelli dei ragazzi.
In seguito, dopo avere ammirato diversi quadri, siamo passati all’ ”esplorazione” delle classi. Facendo molto silenzio, siamo entrati nell’aula degli studenti del primo anno.

Gli studenti, per realizzare i loro lavori, fanno delle fotocopie di un disegno, segnano la posizione delle pietruzze e iniziano ad incollare sulla base di legno. Ma prima di cominciare a lavorare, i ragazzi si mettono gli occhiali protettivi per evitare che i pezzi rotti della pietra o dello smalto finiscano nei loro occhi. Gli allievi prendono la “pizza”, fatta di smalto, o il pezzo di pietra naturale e con la martellina e l’incudine la spaccano e creano le tessere della misura necessaria, poi le fissano con una colla speciale, che è diversa dalla Stick e dalla Vinavil, sul supporto preparato usando le pinzette.

Tutto il procedimento avviene con l’ascolto della musica. Se qualcuno si fa male lavorando, ricorre al Kit del pronto soccorso presente in ogni aula.
L’aula non è come quelle della nostra scuola; lì i banchi sono di legno e leggermente inclinati per permettere agli studenti di operare meglio. Sulle pareti sono appesi gli elaborati fatti dagli apprendisti: sono tutti stupendi



Proseguendo il nostro giro di perlustrazione, siamo entrati nella classe del secondo anno e abbiamo trovato: pezzi di mosaico sparsi sui banchi, schizzi, ritratti abbozzati, barattoli di colla “speciale” totalmente differente da quella che usiamo noi abitualmente, lavori quasi conclusi, pinzette, martelli, …

Immediatamente abbiamo notato che, rispetto al primo anno, i ragazzi del secondo copiavano un disegno, ma senza i quadretti che aiutavano a posizionare le tessere. In quel momento i ragazzi stavano riproducendo un quadro rettangolare molto lungo, perciò avevano deciso che ognuno avrebbe svolto la propria parte; mentre procedevano ascoltavano la musica. Visto che usavano spesso la martellina, c’era anche il Kit d’emergenza pronto per ogni evenienza.

Prima di lasciare la stanza, il signor Romanzin si ha spiegato che le tessere naturali sono fatte di pietra e sono più opache, mentre quelle di smalto (composto da vetro + colore + quarzo) sono più luminose e colorate.

Alla fine abbiamo salutato gli studenti e l’insegnante e siamo usciti dalla classe per entrare nella stanza del terzo anno. Lì i ragazzi mosaicisti sono già molto abili e inventano da soli il disegno su un foglio di carta e poi tagliano le pietre con la martellina e l’incudine, che è infilata in un ceppo. Dentro quell’aula ci sono anche alcuni mosaici preparati con dei sassi lavorati che sembrano gessi: alcuni sono più lunghi, altri più corti e danno vita a particolari effetti ottici.

La nostra guida ci ha fornito anche alcune notizie di carattere storico. Ci ha spiegato che il mosaico nacque 5000 anni fa, probabilmente nella zona del Caucaso, vicino al Mar Caspio. In seguito i Greci prima e i Romani poi lo impararono e abbellirono i loro edifici.
I Romani lo apprezzarono molto e decorarono i pavimenti delle loro Domus, mentre sulle pareti preferirono gli affreschi.
Col passare degli anni la tecnica del mosaico si diffuse ovunque.


L’esperto ci ha raccontato che durante la Seconda Guerra Mondiale tante opere preziose venivano requisite. In quel periodo c’era un mosaico assai pregiato e il Direttore della Scuola, per salvarlo dalla razzia, decise di appenderlo a una parete e coprirlo con del perlinato per nasconderlo.
Col tempo ci si dimenticò dell’opera d’arte; solo recentemente, per caso lavorando, alcuni operai ritrovarono il mosaico. Adesso è in bella mostra e soprattutto è intatto! Rappresenta l’agnello di Dio, al centro, con intorno delle colombe.

Con l’avvento del Cristianesimo si incominciò a realizzare mosaici che ritraevano Gesù e i Santi e non furono più pavimentali, ma vennero posti sui muri degli edifici sacri.

Dopo che il signor Claudio ha finito le spiegazioni, siamo andati a fare merenda nella “Saletta caffè degli studenti”, dove c’erano: tre microonde, una macchinetta per il caffè, due distributori di bibite e merendine e sei tavoli (tre alti e tre bassi) decorati con mosaici.
Abbiamo fatto merenda con: panini, the, acqua, patatine e coca-cola, mentre le maestre si sono bevute un caffè. Nel frattempo sono arrivati altri studenti con l’intenzione di usare la saletta, ma sono rimasti sorpresi di trovarla completamente occupata e hanno optato per un’altra sistemazione.

Dopo esserci riempiti lo stomaco, abbiamo riordinato i tavoli e abbiamo fatto un ultimo giretto attraverso i corridoi della scuola: i mosaici erano meravigliosi! Un mosaico era lungo quasi sei metri e aveva molte tessere dorate; un altro rappresentava Gesù; certi raffiguravano animali mitologici; uno in particolare ha attirato il nostro sguardo … aveva qualcosa di familiare … ma certo era quello di cui ci aveva raccontato Romanzin, quello che era stato salvato dalle razzie della guerra. Un enorme cerchio con al centro, seduto sulla Bibbia, l’agnello di Dio con tante colombe intorno a lui. Un altro quadro era piuttosto originale: era formato da corde, gesso, pezza e ferro.
Dato che avevamo già visitato accuratamente tutta la scuola, l’esperto ci ha consigliato di esplorare alcuni luoghi di Spilimbergo per scoprire altre opere d’arte.

Come prima tappa, ci siamo fermati in Corte Europa per ammirare la grande colonna di mosaico, che funge da meridiana.
Poi siamo entrati nella Chiesetta dei Battuti
: dentro c’erano molte nicchie, c’era anche un elenco in pietra con i nomi dei soldati della Prima Guerra Mondiale. L’ultima tappa l’abbiamo fatta alla Chiesa dei Frati per osservare la Via Crucis di mosaico. Siamo rimasti stupiti dalla bellezza dei suoi arredi: l’altare con il crocifisso appeso al soffitto con dei fili, il coro di legno intarsiato, le statue bianche dei Santi con i lumini da accendere.
In quel momento, un nostro compagno si è accorto di aver dimenticato lo zaino nella Chiesa dei Battuti, così, lui e la maestra Angioletta, sono andati a riprenderlo.
In seguito siamo tornati in Autostazione, abbiamo aspettato circa sette minuti finché è arrivato l’autobus, siamo saliti tutti in fretta perché il tempo non era dei migliori.
Mentre tornavamo a scuola, abbiamo guardato le foto della visita. E’ stata una gita molto interessante, a parte il maltempo.

Lavoro collettivo classe 5^: Baftjar, Fatao, Erald, Gaia, Andrea, Michelangelo, Alessandro.


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